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Spunta il siparietto con Valentina De Laurentiis, che si occupa della linea delle maglie gara, e non solo, della SSC Napoli: i tifosi le hanno chiesto novità legate alla terza maglia, che dovrebbe essere svelata tra non molto e su cui c’è molta curiosità da parte di tifosi azzurri. Qui vi è, chiaramente, una confusione e un disallineamento delle finalità rispetto a quanto si prevede, perché è chiaro che un conto è fare una gara, nella quale si va a scegliere a chi affidare la concessione perché offre le migliori condizioni per i cittadini e per le imprese, mentre altro è fare una gara per scegliere un partner. Poi è vero che in qualche modo si collega tutto il ragionamento alla gestione del servizio, ma è chiaro che scegliere il partner tramite gara è cosa molto diversa, proprio perché le finalità sono completamente differenti, rispetto a scegliere il fornitore che possa garantire a cittadini ed imprese le migliori condizioni di fornitura. Affermo tutto ciò perché sono convinto che non siamo di fronte ad una sinistra spendacciona e a una destra, invece, rigorista. Credo – e cercherò di dimostrarlo – che la sostanza della norma proposta non corrisponda assolutamente a quanto dichiarato, che gli effetti saranno di ulteriore chiusura del mercato e di limitazione della concorrenza e che tutto ciò avrà pesanti conseguenze sulle famiglie, sui cittadini e sulle imprese, che si troveranno a pagare il conto di questa vera e propria controriforma.

Un’altra considerazione riguarda l’applicazione della Robin Hood tax sulle imprese elettriche e sulle altre imprese di un energia che sono quasi tutte aziende pubbliche come l’ENI, l’ACEA, le aziende pubbliche locali: delle due l’una, o stiamo parlando di dividendo oppure di tassazione. Pongo, allora, un punto di riflessione signor sottosegretario: al di là delle ricette economiche che a ciascun Governo, di destra o di sinistra, intende portare avanti, credo sia preliminare la chiarezza sui conti e sui numeri e poi ciascuna maggioranza su quei numeri attua le politiche che ritiene necessarie. Auspico pertanto che almeno su questo genere di misure questo Governo in futuro accetti quel confronto costruttivo privo di posizioni preconcette che il Partito Democratico sta faticosamente cercando di portare avanti, anziché usare lo strumento della fiducia per evitarlo. Guardiamo subito agli elementi simbolici: da una parte, i manifesti, dall’altra un’azione di Governo che va in tutt’altra direzione. In fatto di vitalità economica del sistema produttivo, il nostro Paese e le sue ripartizioni si trovano costantemente in posizione di svantaggio rispetto agli altri Paesi dell’Unione.

Trattandosi di due autorità diverse è possibile che ci siano due pareri diversi e che l’Autorità di regolazione del mercato dica che è stato fatto bene mentre l’Autorità di settore che è stato fatto male. È un peccato che la relazione vada mandata sia all’Autorità garante della concorrenza e del mercato che all’Autorità di regolazione del settore, quindi a due autorità diverse – non si capisce bene perché – che devono esprimere un parere entro sessanta giorni. L’affidamento parte una volta aggiudicata la gara, l’autorità ha poi tempo sessanta giorni. 117nuovo «ventinove» che riguarderebbe quindi buona parte del mondo e del nostro Paese. Ma non rinunceremo, tuttavia, a svolgere sino in fondo il nostro dovere e il nostro ruolo di opposizione. La chiarezza sui conti è, prima di tutto, un dovere di lealtà nei confronti del Paese e dei cittadini. Significativi sono anche gli interventi nei settori del lavoro pubblico e privato. Quindi, sostanzialmente si dice: va bene, la società può essere mista (in una versione precedente era previsto che il privato avesse almeno il 30 per cento, nella versione attuale la quota di partecipazione del privato può essere qualunque, quindi anche l’1 o il 2 per cento). Neppure nel 2005, che tutti ricordiamo come un anno di record negativi per i conti pubblici e per la finanza pubblica, si era registrato un peggioramento così consistente del fabbisogno nella seconda metà dell’anno.