Non c’è bisogno di andare lontano, almeno oggi: le radici del calcio affiorano prepotenti a dieci minuti di macchina da casa, ai margini di una borgata, dove una grattugia a forma di campo è l’appendice finale di un viottolo degno di un camel trophy. Uno. Questo non significa che non ci sia pubblico, perché qui i tifosi non stanno sugli spalti: stanno a bordo campo. Poco male, perché mentre il fumo delle graticole sale alto c’è il tempo per un ultimo giro di abbardente e per vedere gli abbracci tra i giocatori, al fischio finale. Anche le maniche riproducono la stessa combinazione bicolore; una manica è nera, prima maglia juve mentre l’altra è bianca. Mentre riprendo la strada di casa, attento a non spaccare la coppa dell’olio, la radio mi dice che sta per iniziare l’anticipo di serie A. Accosto e inserisco immediatamente un cd. A questo punto gli spagnoli, guidati da José Villalonga, partecipano anche alla prima edizione della Coppa dei Campioni ed arrivano a disputare la finale di Parigi. Si è anche fidanzato, quindi almeno questo ragazzo ha avuto un lieto fine. Sempre nello stesso anno il Palmeiras sembrò poter conquistare il campionato brasiliano ma alla fine si classificò solo quinto.

Latina, poiché la società venne esclusa da ogni campionato per mancati versamenti ad alcuni giocatori – nello specifico, si trattava di omessi versamenti delle ritenute Irpef e dei contributi Enpals per diverse mensilità – e dichiarata non più affiliata dalla FIGC. Il 24 giugno 2024 la FIGC tramite un comunicato ufficiale revoca l’affiliazione del Pordenone Calcio in seguito al fallimento. L’attuale sodalizio si è costituito ufficialmente il 17 maggio 2024 in seguito al fallimento e alla successiva revoca di affiliazione da parte della FIGC del Pordenone Calcio. Franco Costa, La Juventus cede contro l’Inter, in La Stampa, 30 maggio 1975, p. Bruno Perucca, Scudetto al Torino (dopo 27 anni), in Stampa Sera, 17 maggio 1976, p. 0-0 nel retour match di Torino. Eliminato nel secondo turno di qualificazione dell’Europa Conference League. Il 20 aprile 2010, subentra nei minuti finali della semifinale di Champions League contro il Barcellona, venendo più volte sgridato dal suo allenatore Mourinho per la troppa flemma; al fischio finale Balotelli getta a terra con rabbia la propria maglia. Il campionato 1947-1948 fu concluso al 15º posto e conseguente ritorno in Prima Divisione; nel 1948-1949 il Pordenone – tornato a vestirsi di nero-verde – vinse il proprio girone accedendo alle finali regionali: il quarto posto finale non fu sufficiente per il passaggio al campionato interregionale di Promozione (istituito proprio in quell’anno).

Ottavi di finale di Coppa UEFA. Se la coppa dell’olio è abbastanza resistente e riesci ad arrivare nel punto in cui si vedono i silos gialli di una fabbrica di calcestruzzo, significa che è fatta. Vincitori e vinti, dopo la doccia, si sfideranno in maniera assai più impegnativa nel solito – cruento – terzo tempo. Tra loro c’è un cane, accovacciato in maniera a dir poco regale: segue passo passo i movimenti del suo padrone, uno stopperaccio, ora intento a sradicare palla e piedi a un attaccante avversario. La palla non ha sempre un rimbalzo regolare e quasi mai viene accarezzata da piedi gentili. In prossimità del novantesimo, con il sole già tramontato e la visibilità ormai ridottissima, l’arbitro ingoia l’ultimo vaffanculo della serata e per ripicca, da regolamento, rimanda dentro il pollaio tutti gli spettatori che erano usciti per seguire la partita da bordo campo. L’arbitro ha una discreta pancia, ma è comunque più in forma di alcuni dei giocatori che si affannano tra la polvere. Il simbolo adottato nel 2000, sotto la presidenza di Sergio D’Antoni, è invece composto da un’aquila dorata, con ali spiegate in parte bianche, su sfondo rosa-nero; i colori sono divisi da una diagonale e la forma dello stemma è uno scudo, con l’intestazione della società in alto.

Ma oggi è sabato e ci vuole una tisana, una coperta calda, qualcosa che mi riporti in una dimensione a forma di palla, non di business. Qualcosa che non venga trasmesso in eurovisione e appartenga solo ai sensi di chi è là. La sua condanna è stata di cinque anni di carcere, anche se ha finito per scontarne solo uno. L’agonismo, quello sì, è di prima qualità, anche se la partita è molto corretta. Nella stagione 2016-2017 nel campionato di Lega Pro, per la prima volta nella sua storia, vengono introdotte le maglie personalizzate, con numerazione e cognome del calciatore. Nel girone di ritorno la squadra frusinate subisce un netto calo di concentrazione, ma riesce comunque a tenersi lontana dalla zona retrocessione fino al termine della stagione. Ho visto un altro cane, nei paraggi, ma più che alla partita mi sembra interessato al tepore del fuoco e al profumo di carne che arrivano dalla zona in cui si arrostisce, nel retro. Nel 1987-1988, con sponsor tecnico NR, si ritorna alla divisa classica, con maglia azzurra, colletto azzurro, pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri.