Non si cerca di colpire laddove le cose non vanno ma si scarica sulle regioni il pagamento del ticket sapendo che queste non sono in grado di pagarlo. La nazionale fa un passo lungo, forse già decisivo, verso i Mondiali di Pechino, l’Armani ristagna in una posizione di classifica che nulla compromette, però infila ansie, nell’Eurolega di chi cerca almeno un posto fra le prime otto. In troppe eventuali parità di classifica gravano sulla Virtus scontri diretti negativi. Alla Virtus restano convinti che fra un mese o due, con le prime squadre fuori dalle coppe, ci saranno liberi più pezzi di valore e del resto, se si è aspettato finora, ed ora qualcuno torna, tanto vale darsi altro tempo. La cartolina è firmata Mike James, che tra partite vinte in prima persona e partite perse conserva un saldo largamente attivo, anche se ora sappiamo, dalla serata lituana, che del suo Mj usato per 40′ quasi tondi l’Olimpia può vivere, ma anche morire, se sbaglierà tutte le scelte come ha fatto lassù, disfacendo ogni volta, come una Penelope dispettosa, la tela della rimonta che i compagni pazientemente tessevano. Poi a guardare nel dettaglio, le questioni cruciali, le grandi questioni nazionali come è l’Expo, ci si accorge che sotto la fretta si nascondono le scelte reali.
Aggiungiamo che gli squilibri, le mancate scelte e i ritardi accumulatisi in quest’ultimo ventennio hanno generato, oltre il dissesto enorme dei conti pubblici, anche un deterioramento della pubblica amministrazione, del tutto insufficiente nella gestione della cosa pubblica. A Trento è andata male, così com’era andata bene contro Reggio, partite povere di tutto e molto simili, anche nella trama, a parti invertite. Farebbe bene invece a preoccuparsi del fatto che uno dei suoi principali alleati, Umberto Bossi, tifava per la Francia». Lo stesso dicasi per l’iter del disegno di legge finanziaria. IGNAZIO MESSINA. Signor Presidente, credo che intanto vada fatta brevemente un’analisi sull’uso distorto dello strumento usato per fare sostanzialmente una manovra finanziaria. Vi faccio un esempio per tutti: tra gli obiettivi energetici dell’Europa vi è quello che una quota importante delle produzioni e del consumo sia fatta da biocarburanti (il 20 per cento entro il 2020). La domanda è: produrre ed utilizzare i biocarburanti in questo modo è un obiettivo positivo e propositivo, o è un crimine contro l’umanità? Noi abbiamo posto la questione della speculazione per indicare, più in generale, la degenerazione di alcuni meccanismi capitalistici.
Quindi, sostanzialmente si dice: va bene, la società può essere mista (in una versione precedente era previsto che il privato avesse almeno il 30 per cento, nella versione attuale la quota di partecipazione del privato può essere qualunque, quindi anche l’1 o il 2 per cento). Con il taglio lineare, quindi, non ce la farete e lo vedete già anche dal movimento interno della vostra stessa maggioranza, che oggi può essere sopito dalla sbornia di un risultato elettorale che in realtà non è eccessivo, tanto che governate con meno voti del Governo Prodi (circa due milioni e mezzo di voti in meno, il 46,7 per cento dei voti totali) e non siete la maggioranza del Paese, almeno in termini percentuali. Se ancora non vi escono dal naso calici, coppe e flutes del brindisi di Capodanno, e siete in grado di separare, non troppo obnubilati, bicchieri mezzi pieni e mezzi vuoti, tra i primi, a casa Virtus, c’è che il peggio dovrebbe essere passato. Delle due cartoline rimaste di giovedì notte, i saluti sorridenti sono quelli dell’Italia che vince e rivedrà un Mondiale che le manca dal 2006, per la forza di una squadra che non vanta un talento enorme, ma dispone almeno di una decente qualità diffusa.
Tra i secondi c’è che, a due turni dai primi verdetti stagionali, il posto nelle finali di Coppa Italia pare più lontano. Una vinta e una persa, c’è di peggio. Tony Taylor era stato il migliore contro Reggio, a Trento è tornato ad essere il solito regista ondivago, che non sai mai che partita farà (o anche, nel finale, che giocata farà: un passaggio in salto, con palla persa, grida ancora vendetta). Noi siamo contrari alla social card (è stato già detto) perché assomiglia molto alla tessera del pane che c’era un po’ di anni fa, durante la guerra, la tessera di povertà, ma è rivelatrice della concezione assistenzialistica del sistema di protezione sociale, che vi appartiene. Letta poi anche la rituale appendice “social”, con spifferi su scazzi da time out e sdegnata smentita del giocatore che fosse successo qualcosa, si potrebbe solo chiosare che se Pianigiani non era felicissimo di come stava giocando e gliel’aveva fatto notare, qualche ragione poi ce l’aveva.
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