cat tilting its head curiously Dopo queste premesse, una sorta di prova generale per giocatori, dirigenti e tifosi, la sera del 2 maggio 1964 si ritrovaronopresso le ex Scuole Elementari di Istrana, in un’aula stracolma, un folto numero di appassionati – giovani e meno giovani – che crearono seduta stante, nel pieno rispetto delle regole della democrazia ma soprattutto con notevole senso pratico, l’assetto societario dell’Associazione Calcio Istrana. Insomma, il quadro che questa analisi, pur se sommariamente, delinea non è positivo: se molti degli azzurrini di Israele 2013 hanno avuto l’opportunità di misurare le proprie capacità in club europei di livello e non hanno sfondato, vuol dire che i campioni in quella intera generazione di giovani non abbondavano. In media, i protagonisti della fase finale degli Europei Under 21 del 2013 sono stati tesserati da squadre non italiane in due delle ultime otto stagioni2Partiamo dalla stagione 2011/12 perché è il 2011-2013 il biennio di riferimento per l’Europeo Under 21 che celebrò la sua fase finale in Israele; il dato sale a 2.43 stagioni se consideriamo coloro che scesero in campo nella finale contro la Spagna e a 3.28 stagioni se ci restringiamo ai quattordici che all’estero ci sono poi andati davvero.

panoramic, sunset, dawn, nature, mountain, landscape, kaçkars, landscapes nature, grass, green, peace Lorca è una bellissima città in un altrettanto bella regione, la Murcia appunta, denominata “il giardino di Spagna” per il suo territorio verdeggiante e, non di meno, la sua intensa produttività in fatto di ortaggi, col broccolo in particolare che la fa da padrone (non a caso il club cittadino è denominato “Il broccolo meccanico“): alle sagaci menti che hanno pensato la seconda maglia di questa stagione del La Hoya l’ossessione per il broccolo ha superato la realtà, spingendoli così a creare una casacca in cui sono stampati centinaia di piccoli broccoletti, che invadono come ovvio anche i pantaloncini risultando in una trovata che farebbe impallidire De Laurentiis (tra la terza del Napoli e la seconda del Lorca, la maglia davvero mimetica è quella degli spagnoli). Un modo per celebrare il re indiscusso degli ortaggi murciani, un modo per proseguire sulla falsariga dell’anno scorso (a proposito, il broccolo versione “stemma” è rimasto sulla prima divisa) e sperare che la trovata porti ancora più fortuna: inserito nel Gruppo 4 della Segunda B, La Hoya è attualmente sesto a undici punti dopo sei partite, con un ko all’esordio dopo di che sono arrivati cinque risultati utili di fila. Club di stanza nella Murcia, una delle diciassette province spagnole, l’anno scorso è stato promosso dalla Tercera alla Segunda B dopo un’accesissima finale in quel di Ibiza contro il club del Sant’Eulalia: per tutta la stagione La Hoya ha giocato con l’immagine di un broccolo stampato sulla prima maglia bianca e blu, guadagnando per la prima volta nella sua breve storia l’accesso al terzo livello del calcio spagnolo.

Non è, però, un caso che vesta da ben sette stagioni la maglia di uno dei più ricchi club europei colui che al tempo era considerato il più talentuoso del gruppo: Marco Verratti. A distanza di anni possiamo dire che Verratti ha sfruttato l’opportunità offertagli visto che è titolare fisso nell’unidici della squadra più forte della Ligue 1. Il problema è, però, un altro. Gli oranje chiusero la pratica già nel primo tempo, con una prima marcatura di Dennis Bergkamp e quella successiva di Wim Jonk, che con un tiro da una distanza considerevole piegò le mani al portiere Pat Bonner. Come nei primi quattro percorsi sopra ricordati, anche nel caso di Donati e Caldirola la possibilità di giocare in un campionato estero di livello arrivò in un momento di ascesa per la propria carriera. Tra loro, infatti, un solo giocatore dato in prestito tanti anni fuori (Davide Santon che l’Inter tenne tre anni e mezzo in Premier League al Newcastle) e per il resto solo esperienze fugaci e/o fuori dai campionati che contano davvero: Paloschi allo Swansea City allora allenato da Guidolin; Marrone allo Zulte-Waragem, in Belgio, le cui sirene hanno attratto anche Leali, reduce da un anno non troppo soddisfacente con l’Olympiacos; Bardi all’Espanyol per metà stagione nel 2015/16, senza tuttavia scende mai in campo in Liga; Fausto Rossi, che nel 2013/14 andò in Liga, Real Valladolid e Cordoba, poi tornò a giocare in Serie B e adesso è all’Universitatea Craiova, in Romania.

Di proprietà dell’Inter, ma di fatto mandati in prestito in Serie B, la scelta dei due di lasciare l’Italia in direzione Bundesliga (Werder Brema per Donati, Bayer Leverkusen per Caldirola) arrivò all’indomani di un torneo in Israele giocato da titolari e fu probabilmente dettata dalla speranza di ripercorre le orme di Barzagli.3Nell’estate del 2008 si trasferì da Palermo al Wolfsburg per 14 milioni di euro. Donati fino alla stagione scorsa ha giocato abbastanza, Caldirola solo nei primi anni, poi, per una serie di infortuni, lo hanno dirottato al Werder Brema II, in 3° Liga. Un 2015/16 strepitoso con il Sassuolo, impreziosito da una punizione che mise ko la Juventus, e il signor Mapei che ebbe 13 milioni di ragioni per venderlo al Villareal, squadra ambiziosa nonché semifinalista di Europa League in quella stessa annata 2015/16. Una buona prima stagione al servizio del sottomarino giallo, poi dal cambio allenatore Escribà-Calleja Nicola è stato utilizzato sempre meno. Non è solo questione di quanto il Paris Saint-Germain nell’estate 2012 pagò al Pescara (per inciso, 12 milioni di euro), ma anche delle prospettive a lungo termine che il trasferimento portava con sé: una presenza stabile in Champions League con la possibilità di alzare un giorno la coppa, una cosa che in Italia in quel momento solo la Juventus avrebbe potuto dargli.