E infatti, dopo aver fatto la faccia supplichevole a un guardiano, ho avuto in regalo cinque minuti di libero accesso a questo immenso monumento alla storia del calcio. Infatti, il Liverpool ha ora 6 titoli di Campionati Europei! Nel 2022 si giocheranno i Mondiali in Qatar rievocando partite leggendarie. Puoi anche combinare più tipi di puntate tra loro, o con quelle di altre partite presenti tra le quote Serie A, per creare la tua schedina multipla personalizzata. Il C.T. De Biasi rassegnò le proprie dimissioni nel giugno 2017, dopo la vittoria per 0-3 contro Israele, ed al suo posto venne scelto un altro italiano, Christian Panucci, il quale ottenne all’esordio una vittoria per 2-0 contro il Liechtenstein, per poi chiudere le qualificazioni al campionato mondiale del 2018 al terzo posto dietro a Spagna e Italia, non qualificandosi alla fase finale del torneo. Il Cagliari viene citato anche nei film Asso del 1981, con Adriano Celentano, dove il poliziotto sardo interpretato dall’attore Sandro Ghiani discute con il commissario della partita Inter-Cagliari; in Tre uomini e una gamba del 1997, commedia del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, in cui viene fatta ironia sulla squadra sarda menzionando, come episodio coraggioso di Aldo, l’aver «messo 2 fisso a Inter-Cagliari», ovvero pronosticando una vittoria esterna contro i nerazzurri in una schedina del Totocalcio; e in Tifosi del 1999 dove lo steward di un aereo, tifoso del Cagliari, chiede il risultato finale della partita della sua squadra del cuore.
Lato cuore c’è ricamato lo stemma ufficiale del West Ham United Football Club, quello iconico con il castello ed i martelli incrociati. Il retro della divisa è invece completamente nero con il numero 11 sulle spalle, sempre claret and blue, oltre ad avere nel colletto anche uno stemma con una chitarra elettrica incrociata con un martello del West Ham! Sia colletto che le maniche riprendono i colori della squadra di Londra. Ore 10.00 – (Mattino di Padova) Tradotto in concreto: un gruppo di imprenditori verrebbe coinvolto nella realizzazione dell’opera, compresa la cittadella sportiva annessa, con campi da calcio (alcuni in erba sintetica) per gli allenamenti della prima squadra biancoscudata e delle giovanili, con una foresteria e un percorso vita per fare jogging. Alcuni consigli per regali simpatici e unici: le action figure dei manga giapponesi o i modellini delle auto storiche. Oggi comunque torno al Marakana, e per fortuna non è solo per ammirare il gigante che riposa. Buttiamo giù una birra in un baretto all’interno dello stadio e visitiamo i due negozi interni di gadget: uno è lo store ufficiale della società, l’altro vende solo materiale degli ultras.
Seggiolini di troppi colori, spazi troppo ampi e concezione “all’italiana”, che lo fa somigliare a un qualsiasi Friuli, ma senza la splendida struttura coperta dello stadio di Udine. Poi finalmente l’ingresso in questo tempio del calcio, dove la curva di casa è piena anche di mercoledì pomeriggio alle 4, mentre il resto dello stadio ha evidentemente deciso di prendersi un turno di riposo. Lo Stadio Partizan, a differenza del Marakana, non ha nulla di particolarmente emozionante. Questo è il Marakana, prendere o lasciare. Ieri ho fatto questi tour, aggiungendo anche una vista serale alla Pionir Hall per l’allenamento delle squadre di basket di Partizan e Stella Rossa. Alle 16 si gioca per la Coppa di Serbia e la Stella Rossa ospita l’Ofk, una delle tante “terze squadre” di Belgrado. Da queste parti raccontano che il giorno in cui il Malam (piccolo) Marakana venne inaugurato, nel pomeriggio del primo settembre 1963, un tifoso della Stella Rossa si presentò alle 6 di mattina, si accomodò nella gradinata est e ingannò l’attesa sgranocchiando un pezzo di pane e una caciotta.
Soltanto un paio di giorni fa qui c’è stato il “Derby eterno”, tra Stella Rossa e Partizan. Non è un vero derby, nè una stracittadina particolarmente sentita, ma due anni fa – sempre in Coppa – durante la partita c’è stato un regolamento di conti interno tra tifosi della Zvezda e un tifoso è finito in ospedale crivellato da colpi di pistola. «Non ero mai stato espulso prima, ho sbagliato, ma mi hanno trattato come un criminale. E’ per questo che un’ora dopo essere sbarcato in Serbia, ieri mattina, ero già in pellegrinaggio in uno degli stadi più emozionanti e malfamati del mondo. Se i tedeschi di Stadionwelt lo inseriscono giustamente nelle prime posizioni dei 50 stadi da vedere assolutamente (confermo), altrettanto meritato è il primo posto assoluto assegnatogli da Bleacher Report nella classifica degli “stadi meno ospitali del mondo”. È un gioco che, proiettato oltre gli stadi ufficiali, si reinventa quotidianamente nelle migliaia di campi sportivi più o meno improvvisati, nelle scuole e nei cortili delle case, ovunque si ritrovino un gruppo di ragazzi intorno a un pallone. Mi fermai poco prima delle case, seduto su un mucchio di ghiaia; tirai fuori il mio pane. Dalla parte più alta delle tribuna si vede la cattedrale di Belgrado, e questo è semplicemente commovente.