La vittoria di quest’anno dello scudetto del Napoli ha colorato Instagram di azzurro e bianco, regalando inediti scatti di personaggi dello spettacolo intenti a festeggiare questo traguardo sportivo, tra tutti anche la modella Emily Ratajkowski che già nel 2017 aveva condiviso orgogliosa una maglia della Roma con il numero dieci e il suo nome sulla schiena dimostrandosi fan del calcio italiano. Era un uomo felice anche senza calcio il nostro sindaco ed ora gli fan passare i lunedì sera in Siberia. Ma d’una in ispecie – tomboletta della sua stessa età, ma più piccola di lui, e prepotente come lui malgrado le sue precoci arie di donnina, – era preso. Una nuova svolta nella storia della società avvenne sul finire del 1991, quando Luciano Gaucci, imprenditore romano già vicepresidente della Roma, rilevò un Perugia che si barcamenava in Serie C1 ed era sull’orlo del fallimento. La stracittadina numero 178 della storia è stata illuminata da una coreografia semplicemente incredibile e oscurata da una serie di scontri che hanno portato a diversi arresti. E, tornando al caso particolare della Serie A, Ottavio Bianchi, ex tecnico di Napoli, Roma e Inter, ha affermato: “Un allenatore non incide così tanto in Serie A. L’importante è avere a disposizione buoni giocatori. Nella massima serie conta molto di più la società”.

white and brown cat in tilt shift lens Operazioni di questo tipo sembrano essere le più semplici, e invece è un attimo incorrere nella brutta figura: nel caso della away degli Spurs invece il risultato è decisamente positivo, con la maglia a base scura che diventa una tela su cui imprimere pennellate di vario colore. Sinora avevo creduto di essere un uomo. Tale combinazione può anche essere usata come agente neutralizzante contro il veleno della vedova nera o la puntura di un’ape. Dopo la notte della svolta (contro il Tottenham) e quella della conferma (blitz in casa Samp) è in arrivo la notte della verità per l’Inter. Allungo il passo e arrivo in cima a una scalinata. Secondo la missione della scuola, la SSAC è un luogo di incontro tra i professionisti del mondo dello sport, gli studenti della scuola e i semplici appassionati per discutere dell’importanza crescente delle statistiche nello sport. Questo per dire come nel mondo il problema di uomini e donne nello sport sia un problema prima di tutto elitario.

Il mondo della moda e quello dello sport entrano in collisione sempre più spesso: Balenciaga ha stretto una collaborazione con Adidas, Jacquemus con Nike. Se i tedeschi di Stadionwelt lo inseriscono giustamente nelle prime posizioni dei 50 stadi da vedere assolutamente (confermo), altrettanto meritato è il primo posto assoluto assegnatogli da Bleacher Report nella classifica degli “stadi meno ospitali del mondo”. Cerco un pisciatoio un po’ meno pieno degli altri e intanto continuo a guardarmi attorno terrorizzato. Buttiamo giù una birra in un baretto all’interno dello stadio e visitiamo i due negozi interni di gadget: uno è lo store ufficiale della società, l’altro vende solo materiale degli ultras. Quando dagli altoparlanti dello stadio è arrivata la notizia, riporta Agi, grande commozione in campo e tra gli spalti. Talmente grande che gli altissimi pali dell’illuminazione sono fissati all’esterno della struttura, per strada. Ho fatto anche in tempo a vedere qualche minuto dell’allenamento di una una squadra giovanile, prima di attraversare la strada e spostarmi verso il secondo polo sportivo della capitale serba. Tornato titolare nel 1950-1951, in 32 presenze mise a segno solo sei reti, con la squadra che terminò al decimo posto. Tra le altre, nella stagione 2005-2006 il Cervia, squadra protagonista del programma televisivo Campioni, il sogno, cambia nome in Vodafone Cervia sponsorizzato dalla compagnia telefonica Vodafone.

Dalla parte più alta delle tribuna si vede la cattedrale di Belgrado, e questo è semplicemente commovente. L’adrenalina mi sale dai talloni alla punta delle orecchie. Tuttavia, data la breve durata del rapporto, le uniche modifiche che lo sponsor furono l’eliminazione dai calzettoni delle strisce tricolore e i numeri di maglia cuciti in panno, mantenendo inalterato tutto il resto. Poi finalmente l’ingresso in questo tempio del calcio, dove la curva di casa è piena anche di mercoledì pomeriggio alle 4, mentre il resto dello stadio ha evidentemente deciso di prendersi un turno di riposo. Lo Stadio Partizan, a differenza del Marakana, non ha nulla di particolarmente emozionante. Seggiolini di troppi colori, spazi troppo ampi e concezione “all’italiana”, che lo fa somigliare a un qualsiasi Friuli, ma senza la splendida struttura coperta dello stadio di Udine. Il gruppo agli ordini di mister Tesser, sia tra i vecchi che fra i nuovi, ha ancora tanta voglia di costruire qualcosa d’importante.