La prima divisa della nazionale di calcio dell’Italia, ovvero quella “casalinga”, è tradizionalmente composta da una maglia azzurra, da pantaloncini bianchi e da calzettoni azzurri. I sostenitori azzurri furono particolarmente prolifici durante il periodo degli Anni Sessanta in cui nel Napoli militarono Sivori, Altafini e Canè e ovviamente nell’epoca d’oro di Maradona, quando a Napoli arrivarono due scudetti, una Coppa Uefa e altri successi. In occasione del suo funerale, svoltosi alla Cattedrale di Siracusa, migliaia furono i tifosi azzurri che gli resero omaggio. Per la distribuzione, ci siamo accordati con gli edicolanti perché, attorno alle cinque, poco prima della fine della partita, loro aprano le rivendite, pronti a ricevere le preziose copie che noi faremo loro pervenire in tempo utile. Poco tempo fa, una domenica pomeriggio, stavo andando a dare un’occhiata per vedere come sarebbe stata l’edizione del lunedì, quando, passando dalla portineria, lo vedo schizzare dalla guardiola agitando le braccia.
2012 – Viene escluso dalla Lega Pro per delibera della F.I.G.C. Mentre il calcio italiano è sconvolto dalla tempesta più grave della sua storia, in cui si inabissa anche l’ “infame Carraro”, il Napoli torna a rivedere il sole dei campionati maggiori. Conoscendo gli italiani, che se potessero, andrebbero anche a letto con l’automobile, si stenterà a crederlo, ma oggi, nel parcheggio del San Paolo, le auto si contano a poche decine. 1968-1979: la fine dell’era Albatrastevere e gli anni vincenti della S.S. Per il Milan c’erano, tra gli altri, Marco van Basten, Frank Rijkaard e Franco Baresi. “Come se gli dei del calcio non abbiano voluto che la Sampdoria accumulasse i titoli di maglia più bella e di squadra più forte d’Europa”, scrivono i giornalisti francesi. Piazza Amedeo, Via dei Mille, piazza dei Martiri, via Morelli, fino alla sede del “Mattino”, in via Chiatamone: il mio percorso di sempre, che faccio camminando tra una moltitudine di persone.
Davanti alla finestra, che si affaccia sulla via Chiatamone, un pupazzo gigantesco, con la maglia n.10 di Maradona, galleggia nell’aria, ancorato ai cavi della corrente. Davanti all’ascensore incontro Marino: “Il Napoli ha segnato” – mi fa. L’istanza di fallimento del Napoli e la nomina di un curatore, il prof. Gustavo Minervini, maglie calcio retro poco prezzo lo indussero a passar la mano. Naldi è uscito battuto, come il presidente del fallimento. Oggi si avvera un sogno, disse, un tifoso diventa presidente del Napoli. In pista altri due candidati: l’udinese Pozzo ed il napoletano De Luca, diventato presidente del Siena. Nella foto, a destra una banda musicale sfila sulla pista dello Stadio San Paolo guidata da capi-tifosi e con lo striscione che esaltava la squadra di Sivori , Altafini, Canè, Juliano, Bianchi, prendendo in prestito il titolo di una canzone di successo di Domenico Modugno : “Tu sì ‘na cosa grande”. I salotti delle televisioni a pagamento si sono esaltati non poco ad elogiare i bianconeri per l’ennesimo titolo.
Terza Categoria, con l’esclusione delle terze squadre. Sul campo, i giocatori delle due squadre continuano a passarsi il pallone tra di loro per paura di farsi male. Dalle finestre aperte arriva la voce concitata di un radiocronista che, dagli altoparlanti delle radio, tenute ad un volume allucinante, racconta le prime fasi di un incontro di calcio. Quando la squadra giocava in casa, lui al San Paolo c’era sempre e la sua partecipazione alla partita era tale che, per i due o tre giorni seguenti, sarebbe stato costretto ad esprimersi a gesti. Per contro, non potevamo prendercela troppo comoda, perché avremmo rischiato di trovarci con i furgoni intrappolati nella marea di tifosi che, uscendo dallo stadio, avrebbero invaso festanti le strade senza troppo preoccuparsi delle esigenze editoriali del Mattino. Una giornata storica, dicevo, perché allo stadio di San Paolo a Fuorigrotta, si gioca, per la penultima giornata di campionato, Napoli-Fiorentina, che presenta una curiosa caratteristica. Nel dopoguerra il vivaio, curato da Dadone e Cornara, lanciò Gianni Rivera, destinato a successi di caratura mondiale con la maglia del Milan, Gino Armano, Mario Fara, Carlo Tagnin ed Elio Vanara, ai quali sono stati dedicati specifici settori dello Stadio Moccagatta.
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