Dopodiché scegli, scorrendo il menu sotto, la voce Sport e fai tap su Calcio. Lo stesso argomento in dettaglio: Cronistoria dell’Associazione Calcio Legnano. 1936 – Il nome societario viene italianizzato in Associazione Calcio Legnano. Roccella tinctoria, alla quale diedero il nome di oricello, dal latino òra, che sta per estremità, confine. Inizialmente il giglio era bianco in campo rosso ma nel XIII secolo i Guelfi scelsero il giglio con i colori invertiti per differenziarsi dai Ghibellini e quando, nel 1251, i primi cacciarono i secondi il simbolo di Firenze divenne quello che conosciamo oggi. Quando il Presidente Roberto Maltinti capì che non sarebbe stata rinnovata, propose a Vannucci di divenire main sponsor, accordo che prosegue ancora oggi. Vogherese con cui disputa i tornei di guerra e il campionato di Serie B-C Alta Italia 1945-1946. Nell’estate del 1947 approda in massima serie con la maglia della Juventus, presidente Gianni Agnelli: esordisce il 12 ottobre 1947, maglie di calcio più belle nella sconfitta per 4-2 sul campo dell’Inter. Tutti gli aspetti del tema cromatico sono stati pacificamente e definitivamente chiariti nella biografia dedicata al fondatore della Fiorentina Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano da Andrea Claudio Galluzzo, più tardi fondatore e presidente del Museo Fiorentina. Secondo la tradizione, questo colore sarebbe il risultato di un lavaggio errato delle maglie biancorosse in un fiume; in realtà invece venne scelto direttamente da Luigi Ridolfi dopo un’amichevole nel 1928 con la squadra ungherese dell’Újpesti TE, i cui colori sociali sono il bianco e il viola.
Le stesse maglie furono utilizzate a rotazione anche dai portieri. Nel 2007, la divisa viola si è classificata 19ª nella lista delle 50 maglie più belle della storia del calcio redatta dal quotidiano britannico The Times. Il giallo venne abbandonato nella stagione successiva: la Fiorentina rischiò la vittoria del titolo con una divisa più semplice ma rimasta particolarmente impressa nell’immaginario collettivo: la maglia viola con strisce bianche interrotte sulle maniche e con main sponsor Nintendo fu quella con cui Batistuta cominciò a esultare con l’iconico gesto della mitraglia e con cui la Fiorentina si laureò campione d’inverno, salvo poi capitolare nei mesi successivi ottenendo comunque la qualificazione alla Champions League. Le quattro maglie, create sul medesimo template della versione viola, sfoggiavano il giglio sulla manica sinistra e il simbolo del quartiere che rappresentano sul fianco destro (una “colomba bianca” a simboleggiare il quartiere di Santo Spirito, il “sole in oro su campo azzurro” a rappresentare il quartiere di Santa Maria Novella, il “battistero di San Giovanni” simbolo dell’omonimo quartiere e la “croce in giallo su campo azzurro”, rappresentante il quartiere di Santa Croce).
Il bianco di Santo Spirito, il rosso di Santa Maria Novella, il verde di San Giovanni e l’azzurro di Santa Croce. Dino non era piú un ragazzo bianco e intontito, come quella notte. Primo bivio. In Messico chi lo ha visto crescere lo racconta come un ragazzo iperattivo. Giá chi sien ben m’aviso. Nella stagione che portò i gigliati alla vittoria del secondo scudetto nel 1968-69, la squadra scese in campo col completo coi pantaloncini neri, utilizzati in meno occasioni di quelli bianchi ma comunque abbastanza di frequente. La Fiorentina vinse il suo primo scudetto, nella stagione 1955-56 proprio con la più tradizionale delle sue tenute, ovvero un completo composto da maglia viola con giglio sul petto, pantaloncini bianchi e calzettoni viola. Gli anni 80 segnarono una svolta determinante relativamente alle divise della squadra, introducendo per la prima volta quella che sarebbe divenuta col tempo la combinazione principale della Fiorentina, ovvero in tenuta interamente viola. Il viola è collocato all’estremo dello spettro cromatico (già allora, ovviamente visibile nel fenomeno dell’arcobaleno) e dopo questo colore si estende un altro territorio, la gamma degli ultravioletti, il mondo dell’invisibile, non percepibile dai sensi ma solo dall’intuito. Inizialmente si utilizzò il colletto a V, mentre, dalla fine degli anni 40, vi fu un’alternanza tra questa tipologia e il girocollo e, dal 1947, anche il colletto a camicia.
Bisogna sottolineare anche che la divisa verde continuò ad essere utilizzata anche in seguito, negli anni 70, dalle squadre giovanili viola (“De Martino”, “Primavera”, “Berretti” e “Allievi”). Nella stagione 1928-29, i Gigliati utilizzarono una volta una divisa nera con polsini bianchi, con il giglio rosso accoppiato a un fascio littorio in un ovale bianconero. A partire dalla stagione 1981-82 J.D.Farrow’s divenne sponsor tecnico e ufficiale propose una divisa innovativa e particolarmente in rottura con la tradizione, che prevedeva pantaloncini viola e inediti colletto e polsini rossi ma soprattutto il nuovo logo societario giganteggiante al centro della maglia. Nei primi anni della sua storia, quando la divisa era biancorossa, la Fiorentina utilizzò una tenuta a strisce verticali di questi stessi colori, con pantaloncini e calzettoni neri. L’ultima maglia marchiata Fila fu quella che vide i viola giocare la massima competizione continentale ed era contraddistinta da ampi inserti bianchi sui fianchi e sulle maniche oltre che dalle consuete strisce interrotte sulle maniche. Il fornitore fu Adidas che propose per due stagioni una divisa con le tradizionali tre strisce bianche tipiche dell’azienda. Da sinistra: Gabriel Batistuta nella stagione 1996-97 con la divisa fiorentina ormai più ricorrente dalla seconda metà degli anni 80, interamente viola; Marcos Alonso Mendoza nel 2015 in una variante con dettagli dorati.