Non sono nel calcio come allenatore o dirigente, aiuto alcuni amici che fanno i procuratori di calciatori giovani perché serve sempre conoscere qualcuno con i contatti giusti. Sono quelle contenute nel libro “Eterni secondi. Perdere è un’avventura meravigliosa” di Rosario Esposito La Rossa (Einaudi Ragazzi). «Il mio rapporto con i ragazzi della Curva è pazzesco. Lo stesso Navarra ha contestato non le scelte della società, che certamente proverà a migliorare i risultati sportivi di un 2018/2019 faticoso affidandosi a chi riterrà opportuno, ma tempi e modi nella comunicazione del termine del rapporto. Da sedici anni ha intrapreso l’attività di preparatore dei portieri per alcune società dilettantistiche delle province di Firenze e di Prato, operando fra l’altro presso scuole calcio affiliate all’ AC Parma, Torino Calcio, AC Fiorentina e FC Empoli; nelle ultime stagioni si è dedicato molto alle categorie Allievi, Juniores e Prima squadra ottenendo risultati significativi. Nando ci disse cose atroci sugli agguati e sulle rappresaglie nelle montagne della Serbia. Di nuovo dissi, rassegnato, che da un pezzo non pensavo a queste cose. Quindi Zambrotta, e poi ancora Gattuso che sfoggia un nuovo taglio di capelli alla marines.
I pantaloncini rimangono ancora bianchi, e non cambiano neanche i calzettoni, sempre neri. La creazione di un account ha molti vantaggi: check-out veloce, salvare più di un indirizzo, tenere traccia degli ordini e altro ancora. Ex attaccante di grande livello, amico di Diego Armando Maradona e campione degli anni ’90, Claudio Caniggia oggi vive lontano dal mondo del calcio e si gode il mare dell’Andalusia. Nel 2012, a 45 anni, Caniggia tornò in campo per dare una mano alla squadra del Wembley FC. Che fine ha fatto Claudio Paul Caniggia? Gente che ha fatto la storia dei difensori italiani, squadre come Milan, Sampdoria e Inter in quegli anni erano davvero toste da incontrare. «Ho giocato contro tanti bravissimi difensori in Italia, erano gli anni di Baresi e Maldini, di Vierchowod e Mannini, di Ferri e Bergomi. Le Società possono proseguire gli allenamenti, nel rispetto di quanto previsto dai vigenti protocolli FIR, nella sola forma individuale e senza contatto.
In una sola giornata sono stati sottoscritti più abbonamenti che nell’intera prima settimana di campagna della scorsa stagione. Siamo molto legati, mi cantano sempre il solito coro e quando sono a Bergamo loro si fanno trovare. In altri campionati ci sono più spazi, da voi ho trovato difese sempre molto attente e pochissime possibilità per fare la giocata vincente, il dribbling secco, lo spunto decisivo». Quando giocavo sono venuto da queste parti in vacanza e ho fatto alcuni investimenti immobiliari che nel tempo ho fatto fruttare. Al termine di riunioni, redde rationem e sedute di psicanalisi collettive per esaminare le cause della tornata elettorale deludente, il risultato è questo: l’errore più grave in cui è incappato Renzi è essersi fatto fotografare mentre preferiva all’avvincente spoglio i videogames con Matteo Orfini. Tu l’hai fatto l’amore con me, – disse tranquilla, – e di me t’importava un bel niente. «Si è trattato di un reality show in cui la Budweiser, sponsor della FA Cup, coinvolse me, l’americano McBride e quattro inglesi (Seaman, Parlour, Keown e Le Saux) per dare una mano alla formazione londinese.
Il Vicenza, invece dei teloni, dipinse con vernice bianca l’erba al fianco delle porte a formare la scritta Pal Zileri, già tra i partner ufficiali dei veneti; stessa cosa fece il Brescia, che espose teloni con il marchio Ristora, già jersey sponsor dei lombardi. Al telefono con Claudio Caniggia, idolo assoluto della folla nerazzurra, è impossibile non parlare dei tifosi della Curva Nord. I fantastici. E lo dico avendo un rapporto spettacolare con la curva del Boca Juniors, squadra anche quella dal grande tifo. Caniggia, il Bocia e la Curva. Claudio Caniggia, prima di giocare a calcio, era un ottimo corridore. Si faceva gruppo, con loro e con gli italiani, ma solo in campo e nello spogliatoio: il gruppo era ottimo, il rapporto buono ma non eravamo amiconi fuori dal campo. Fuori dal campo non eravamo amici per la pelle, non eravamo sempre assieme e non ci trovavamo a cena due o tre volte la settimana. Giocammo due spezzoni di partita e ho anche segnato, nulla di particolare: mi ero ritirato anni prima, quei ragazzi correvano come matti.